EDIPO RE – una favola nera
Edipo Re. Una favola nera è il titolo dello spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, curatori della regia e dell’allestimento, in scena al teatro milanese Elfo Puccini dallo scorso 15 marzo fino al 14 aprile. È uno spettacolo intelligente e affascinante, per certi aspetti anche spiazzante, frutto di un lungo lavoro di ricerca preparatorio, testimoniato tra l’altro dal precedente Verso Tebe, andato in scena sempre all’Elfo Puccini nel febbraio 2020 e presentato come «indagine sul mito».
La tragedia ci arriva da un mondo lontano ma è difficile immaginare qualcosa di più adatto alla nostra epoca di questa forma d’arte che descrive la transizione tra un vecchio mondo che sta scomparendo e un nuovo mondo di cui ancora sappiamo molto poco. Torna in scena il viaggio visionario e musicale in compagnia di Edipo, ‘colui che sogna i sogni profondi’. Bruni e Frongia, con sguardo contemporaneo, provano a reinventare il mito: «una sorta di ritorno, calibrato, non certo archeologico, alla nascita ieratica e rituale della tragedia».
La dimensione visuale dell’allestimento è notevole e coinvolgente. Sullo sfondo una staccionata lignea, ovunque sabbia e sassi, bastoni conficcati nel suolo, corde penzolanti dall’alto e legate a pietre. È uno scenario primitivo e straniante quello in cui i quattro attori dello spettacolo (tutti maschi) danno corpo e voce ai personaggi del dramma moltiplicando le loro sembianze grazie alle maschere di Elena Rossi e ai costumi di Antonio Marras.
L’uso delle maschere, i costumi materici di Antonio Marras, che divengono presenze scenografiche, come anche il cast tutto maschile allontanano il racconto da ogni realismo per avvicinarlo a una dimensione sciamanica e onirica, capace di emozionare e di parlare all’inconscio.